Thomas Krenek! Chi era costui?

Primo post dell’anno, dopo un periodo di lavoro piuttosto impegnativo dedicato alla traduzione e all'adattamento di uno splendido  testo di Oscar Wilde, Un marito ideale.

 

Ci eravamo lasciati, alla vigilia di Capodanno, al momento di presentare uno dei personaggi del romanzo La sinfonia Jupiter: il maestro Thomas Krenek. Avevamo scoperto che  la sinfonia Jupiter non gli piace. Non il romanzo (che non ha mai letto né mai leggerà) e nemmeno la composizione di Mozart. No, è proprio il nome che non gli piace. Ecco qua:

 

“Chiamare Jupiter, Giove, una sinfonia è una delle più stupide ingiurie che si possano infliggere a un’opera d’arte. Come chiamare ‘Imperatore’ un concerto o ‘Al chiaro di luna’ una serenata. Unbegreiflich! Inconcepibile!” Il maestro Krenek era americano, ma parlava un tedesco perfetto. Merito forse dell’origine austriaca, anzi boema, della sua famiglia e sicuramente anche dei sei anni che aveva trascorso a Berlino quando dirigeva la Deutsche Oper. Lo aveva chiarito subito, all'inizio delle prove, che a lui quel titolo non piaceva per niente. Anzi, se avesse potuto, lo avrebbe tolto anche dal cartellone e dalla locandina. Sinfonia numero 41 in do maggiore, K551. E basta. 

 

Krenek è un uomo dalla personalità esuberante. Da bravo americano, lui stesso si definirebbe “larger than life” e non avrebbe tutti i torti. Il romanzo si apre su di lui  e si chiude su di lui. Anche se non ha una parte attiva nell'insieme della storia è però sempre presente sullo sfondo, quasi una figura di riferimento per segnare il ritmo, il tempo, della vicenda. Come personalità, e forse anche nel fisico, assomiglia a Leonard Bernstein. Niente di strano, in tutto questo. E’ proprio a lui che mi sono ispirato. In particolare, ho trovato utilissimo il video delle prove di West Side Story nell'esecuzione della New York Philharmonic Orchestra con José Carreras, Kiri Te Kanawa e Marilyn Horne: il “Wonderful!” di Bernstein al termine di un brano è migrato direttamente su Krenek.

 

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