I Wiener Philharmoniker

E’ passato quasi un mese dall’ultimo post e non me ne sono quasi accorto. OK, nel frattempo ho avuto un po’ di cosette da sistemare, uno spettacolo che doveva debuttare, altri testi da scrivere … insomma i giorni sono volati.


Eravamo rimasti a Vienna. I personaggi della storia si erano presentati e avevano cominciato a muoversi. Karl, per primo. Era un violinista dei Wiener Philharmoniker, un’orchestra che dire prestigiosa è dire poco. Ma mettere in campo i Wiener Philharmoniker voleva dire parlare del Musikverein (dove si esibiscono) e dell’orchestra della Staatsoper (da cui provengono). Voleva dire sapere come sono organizzati, come lavorano, come vengono scelti.


Scoprii che Karl Mayer era uno dei primi violini, uno che aveva la possibilità di diventare presto “il” primo violino. Quello, per intenderci, a cui i direttori stringono la mano quando salgono sul podio e a cui porgono la mano quando scendono. Avevo visto delle foto dell’orchestra e mi avevano colpito i visi, passatemi il termine, anonimi, degli musicisti. Difficile immaginare che uno di loro potesse essere il protagonista di qualche impresa strana o audace o al limite della legalità. Ma era proprio questa sfida ad attirarmi: immaginare l’eroe che nessuno nota quando si muove in mezzo alla gente. Karl Mayer era destinato a essere il mio eroe.


Decisi di presentarlo mentre era impegnato nel suo lavoro: la prova di un concerto. Vedevo la scena: la sala con gli orchestrali vestiti alla buona e il direttore appollaiato su uno sgabello alto, intento a correggere e modificare l’esecuzione del brano in prova. Chi era il direttore? E quale brano stavano provando i Wiener Philharmoniker?


Lo scoprii presto.

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